La Storia1900 - 1914 |
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Nel
1900, dopo l’assassinio di re Umberto I, il nuovo re, Vittorio Emanuele
III (r.1900-46), chiama al governo il liberale Zanardelli, e al ministero
degli interni Giolitti. La politica governativa acquista un’impronta liberale che favorisce lo sviluppo del movimento sindacale
e l'affermazione dei socialisti, divisi fra la linea del
compromesso col governo e quella dell’opposizione. Un’ondata di
scioperi investe il
Paese nel 1901. In politica estera, l'accordo Prinetti-Barrère del 1902 stabilisce le
zone d’influenza francesi e italiane in Africa: alla Francia il Marocco,
all’Italia la Tripolitania e la Cirenaica. Nel 1903 il governo passa nelle mani di
Giolitti. A Bologna,
all’VIII congresso del Partito
socialista, prevale di stretta misura la corrente rivoluzionaria su
quella riformista, segnando l’interruzione della collaborazione dei
socialisti con Giolitti. Il terzo ministero Giolitti opera con decisione nella
direzione di un riformismo moderato. Progredisce lo sviluppo industriale
del Paese; la lira acquisisce stabilità diventando una valuta pregiata. Nel settembre 1911 l’Italia dichiara guerra alla Turchia e l’11 ottobre il corpo di spedizione italiano sbarca in Libia e occupa Tripoli e Bengasi, dopo aspri combattimenti, e in breve tempo si impossessa di tutti i principali centri costieri di Tripolitania e Cirenaica. Il feroce comportamento italiano nei confronti della popolazione civile provoca l’intensificarsi della guerriglia araba di resistenza, che renderà più difficile l’occupazione italiana. La spedizione in Libia incontra il favore di quasi tutte le correnti dell’opinione pubblica, non solo fra i nazionalisti, ma anche fra molti cattolici e socialisti. Nel 1912 la marina italiana occupa le isole del
Dodecaneso. A ottobre viene stipulata la Pace di Losanna: la
Turchia riconosce la sovranità italiana in Libia, mentre Rodi e il
Dodecaneso sono occupati a garanzia dell’evacuazione turca dai territori
africani. Nel 1913 la crisi economica mondiale colpisce anche
l’Italia e l’emigrazione raggiunge il culmine: più di 800.000 gli
espatri. |
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