La Storia1915 - 1918 |
||
Il 24 maggio 1915, al termine di alcune settimane di violente manifestazioni interventiste, l’Italia dichiara guerra all’Austria. Al comando del generale Luigi Cadorna, l’esercito italiano scaglia quattro sanguinose offensive sulla linea dell’Isonzo e del Carso, senza conseguire alcun risultato di rilievo. Le perdite sono ingenti. Dopo la fase stazionaria dell’inverno, la quinta battaglia dell’Isonzo nel marzo del 1916 non modifica la situazione. A maggio gli austriaci scatenano la spedizione punitiva, nel Trentino, che riesce a rompere il fronte, ma è fermata sul Pasubio e sull’Altipiano di Asiago. La controffensiva di agosto riporta gli Italiani alle posizioni precedenti l’attacco. Gorizia è conquistata, mentre le battaglie sull’Isonzo si susseguono logoranti. La lunga guerra di posizione provoca sentimenti di sfiducia e alimenta il disfattismo. Nella primavera-estate del 1917 le truppe italiane conquistano la Bainsizza, a prezzo altissimo e senza tuttavia riuscire a sfondare le linee nemiche. La chiusura del fronte orientale, a causa della rivoluzione sovietica, permette agli Austriaci di concentrare le forze sul fronte italiano: il 24 ottobre le truppe austro-tedesche sfondano il fronte a Caporetto. La disastrosa ritirata italiana si ferma solo sulla linea Grappa-Montello-Piave. Il Governo passa a Vittorio Emanuele Orlando e il comando supremo dell’esercito al generale Armando Diaz. Le nuove leve, fino ai giovanissimi del 1899, i rinforzi e il materiale bellico americano ridanno fiducia nella vittoria. In risposta all'affondamento dellla corazzata austriaca Santo
Stefano, nel giugno del 1918
gli Austriaci scatenano un’offensiva su tutto il fronte dal Grappa al
Piave, senza ottenere alcun risultato. Il 24 ottobre l’esercito italiano
varca il Piave e il 30 occupa Vittorio Veneto. Il 3 novembre l’Austria
si arrende ed è firmato l’armistizio di Villa Giusti, presso Padova. |
||