La Storia

1944 - 1948

Nel luglio 1943 gli Alleati sbarcano in Sicilia e cominciano a risalire lungo la penisola. A settembre i tedeschi si schierano sulla Linea Gustav, a nord di Napoli, città che era insorta contro gli occupanti tedeschi (Quattro Giornate di Napoli 28 settembre - 1° ottobre) .
Il 25 luglio 1943, dopo un voto del Gran Consiglio del Fascismo che ne chiede la sostituzione, Mussolini è, per ordine del re, rimosso dall’incarico e arrestato. Il nuovo Governo del maresciallo Pietro Badoglio scioglie il Partito fascista, temporeggia con l’alleato tedesco, mentre segretamente tratta con gli Alleati, con cui firma l’armistizio il 3 settembre 1943 a Cassibile. L’armistizio è reso noto l’8 settembre. Il 9 settembre Badoglio e la famiglia reale fuggono a Brindisi, mentre le truppe italiane, abbandonate a se stesse senza alcun ordine, rimangono esposte alla rappresaglia dei tedeschi.  L’Italia è divisa in due: da una parte il Sud dell’Italia liberata, dall’altro l’Italia settentrionale occupata dai nazisti, dove viene fondata la Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Salò), cui viene posto a capo lo stesso Mussolini, liberato dalla sua prigionia sul Gran Sasso da un commando tedesco. A ottobre l’Italia liberata passa al fianco degli Alleati e dichiara guerra alla Germania. A Roma già nel settembre 1943 i sei partiti antifascisti (democristiano, socialista, partito d’azione, comunista, liberale, democratico del lavoro) fondano il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN ). L’attentato partigiano di via Rasella, che uccide 32 soldati tedeschi, provoca la dura rappresaglia tedesca: 335 italiani sono massacrati alle Fosse Ardeatine. Nell’Italia settentrionale la Resistenza ai nazifascisti si organizza subito dopo l’armistizio. Le forze partigiane sono divise in divisioni e brigate, secondo l’appartenenza politica: Brigate Garibaldine venivano chiamate quelle comuniste, Gielliste (da Giustizia e Libertà) quelle del Partito d’azione, le Matteotti erano le socialiste. La direzione politica era nelle mani del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.
Nel gennaio del 1944 gli Alleati sbarcano ad Anzio, alle spalle delle linee tedesche. Nell’aprile del 1944 si costituisce un Governo di unità nazionale, sotto la presidenza Badoglio, composto dai sei partiti antifascisti. Sconfitta la accanita difesa tedesca presso Cassino, Roma è liberata il 4 giugno 1944. I tedeschi si ritirano sulla Linea Gotica, l’ultima linea di difesa sugli Appennini, a Nord di Firenze. Nell’aprile del 1945 gli Alleati sfondano le linee tedesche nei pressi di Bologna, mentre il CLNAI il 25 aprile ordina l’insurrezione generale e i partigiani liberano le principali città. Il 28 aprile le forze tedesche in Italia si arrendono. Mussolini è catturato e giustiziato da un gruppo di partigiani mentre cerca di fuggire in Svizzera in abiti militari tedeschi.

Dopo l’ultimo Governo del CLN guidato da Ferruccio Parri, e l’istituzione dell’assemblea della Consulta Nazionale, il democristiano Alcide De Gasperi nel dicembre 1945 è a capo del suo primo Governo e dà inizio all’opera di ricostruzione nazionale. Nel maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto II, che si impegna a rispettare il risultato del referendum istituzionale. Il 2 giugno 1946 si svolgono le prime elezioni a suffragio universale maschile e femminile per l’elezione dell’Assemblea Costituente e per la scelta fra Monarchia e Repubblica. Dopo la vittoria della Repubblica, Umberto lascia l’Italia per l’esilio portoghese. Il liberale Enrico De Nicola è eletto capo provvisorio dello Stato. Le elezioni per la Costituente segnano la massiccia affermazione dei tre grandi partiti di massa: i democristiani (35,2%), i socialisti (20,7%) e i comunisti (18,9%). De Gasperi vara a luglio il suo secondo governo di coalizione, cui ne seguiranno altri due nel 1947. A gennaio del 1947 il Partito socialista italiano di unità proletaria vede la scissione del gruppo fautore di una politica filoatlantica guidato da Saragat, che fonda il Partito socialista dei lavoratori italiani. A luglio è ratificato il trattato di pace di Parigi: l’Italia cede alla Iugoslavia l’Istria, Trieste è sotto l’amministrazione alleata; Briga, Tenda e il Moncenisio passano alla Francia; l’Italia rinuncia a tutti i possedimenti coloniali. Il confine italiano rimane al Brennero, a condizione di concedere, secondo gli accordi fra De Gasperi e il ministro degli esteri austriaco Gruber, autonomia amministrativa, bilinguismo e uguaglianza di diritti all’Alto Adige.
Il 1° maggio 1947 la banda di Salvatore Giuliano attacca una manifestazione di lavoratori a Portella delle Ginestre, provocando morti e feriti. L’attentato, che porta il marchio della mafia, desta grande emozione in tutto il Paese.
Il 22 dicembre 1947 la Costituzione della Repubblica italiana è approvata; entra in vigore il 1° gennaio del 1948

Nel gennaio del 1948 l’Assemblea Costituente chiude i suoi lavori con l’approvazione degli Statuti speciali delle regioni Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
Il 18 aprile 1948 si svolgono le elezioni del primo Parlamento della Repubblica, dopo un’accesa campagna elettorale: la Democrazia Cristiana conquista la maggioranza assoluta dei seggi della Camera dei deputati, mentre il Fronte Popolare che unisce comunisti e socialisti perde voti, pagando forse la scissione del Partito socialista. Luigi Einaudi viene eletto presidente della Repubblica. Alcide De Gasperi forma un Governo di coalizione con i democristiani, i liberali, i socialisti democratici, i repubblicani.
A luglio Palmiro Togliatti è fatto segno di un attentato da parte di un estremista di destra. Quando la notizia si diffonde viene indetto uno sciopero generale e si crea una tensione altissima e un clima insurrezionale, che rientra quando si apprende che la vita di Togliatti non è in pericolo.
I cattolici escono dalla CGIL (Confederazione generale italiana del lavoro) e fondano la CISL (Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori).
L’Italia aderisce nel 1948 al Piano Marshall , il piano statunitense di aiuti economici per la ricostruzione, che implica anche l’entrata nella sfera d’influenza degli Stati Uniti.