Note biografiche delle/dei testimoni

I soggetti intervistati sono undici, di questi cinque sono uomini e sei sono donne.

Tre testimoni sono stati intervistati due volte. Il totale delle interviste ha richiesto un tempo di registrazione di è 40 ore e 30 minuti.

Due sono le fasce d’età dei soggetti intervistati; nella prima fascia ci sono quattro ottantenni:

Corrado Maggio, anni 87; Giuseppina Mazzaccara, anni 82; Benedetto Verdiani, anni 82; Emilia Mazza anni, 81.

Gli intervistati della seconda fascia hanno un’età compresa tra settanta anni e più:

Paolo Serio, anni 79; Domenico Giannattasio, anni 79; Immacolata Perrino, anni 75; Rosa De Lisio, anni 74; Rita Strazzullo, anni 73; Antonio Mari, anni 71.

Una testimone si colloca al di fuori delle due fasce indicate, in quanto quasi sessantenne:

Luciana Coppola di Canzano anni 58.

L’età riferita è quella che corrisponde alla data dell’intervista e che viene riportata nelle seguenti  note biografiche.

Tra le note biografiche è inserita anche quella dell’architetto Giuseppe Lala, autore di una memoria scritta.

 

Luciana Coppola di Canzano nasce a Napoli il 13/03/1946 nel quartiere Porto.

La madre, di famiglia altolocata, ultima di dieci figli, vive la sua giovinezza in collegio, ragazza madre, trova lavoro al Banco di Napoli, da sola porta avanti la gravidanza, spinta da forte sentimento religioso. Appena nata, tolta alla madre, vive il primo anno di vita presso una “levatrice”. A due anni è affidata alla zia materna; a cinque anni la madre la prende con sé nell’abitazione di via Piedigrotta.

Frequenta la scuola “Leopardi” con la maestra Titina D’Alessio. Nella stessa scuola insegna la zia materna Isabella Coppola di Canzano. In seguito si iscrive alla scuola media “Torraca” nel quartiere Vomero. Conosce il futuro marito, Alfredo Gagliardi, e con lui frequenta il liceo scientifico “Giuseppe Mercalli”. In seguito si iscrive alla facoltà di scienze naturali e si laurea con 110; dopo la laurea inizia ad insegnare matematica e fisica al liceo “Arturo Labriola”.

Ha tre figli, il primo laureato in ingegneria elettronica, sposato con tre figli che vive a Roma; il secondo che lavora e vive a Milano; la terza, avvocata, vive con la madre.

[Intervista realizzata in data 11/10/2004]

 

Rosa De Lisio nasce a Caserta il 20/06/1929. Si trasferisce a Napoli nel quartiere di Fuorigrotta nel 1934, per esigenze di lavoro del papà maresciallo della forestale. Prima di cinque figli, abita con la famiglia in via Arlotta.

Iscritta alla scuola Leopardi nel 1934,  frequenta in questa scuola tutto il ciclo delle classi elementari, con l’insegnante Anita Monda che ricorda con piacere. Iscritta al fascio, come le altre allieve, in quinta elementare partecipa all’inaugurazione della Mostra D’Oltremare e ricorda di essere rimasta in piedi per cinque ore, in attesa della sfilata delle truppe e del re Vittorio Emanuele. In occasione dell’esame di ammissione alla scuola media nel giugno del 1943, si trasferisce con la famiglia a Montemarano in provincia di Avellino.

Al ritorno a Napoli, frequenta il liceo “Gianbattista Vico”; durante il primo anno scolastico la famiglia si trasferisce di nuovo a Caserta. Per alterne vicende e continui trasferimenti non completa gli studi.

Sposata con il signor Domenico Giannattasio è rimasta a Fuorigrotta. Da ragazzina amava riprodurre in cartone i cappelli indossati dalla madre; le piaceva lavorare a maglia, hobby coltivato per molto tempo, e, solo in età giovanile, suonare il pianoforte.       

[La testimone è intervenuta nel corso dell’intervista fatta al marito Domenico Giannattasio in data 09/05/2003]

 

Domenico Giannattasio nasce a Napoli il 29/03/1924 nel quartiere Fuorigrotta; è il primo di quattro figli e ha abitato in via Rossetti. Il padre Antonio era capogarage presso l’E.I.A.R. (acronimo di Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). 

Frequenta la scuola “Leopardi” dal 1930 al 1934; ricorda con affetto i suoi insegnanti Di Maio e Cirulli. Frequenta i primi quattro anni dell’Istituto Magistrale a Pozzuoli e gli studi presso l’istituto industriale “Alessandro Volta”. Nel 1943, in sostituzione dei richiamati in guerra, è impiegato temporaneamente presso la Banca di Calabria, dove è assunto definitivamente nel 1949. Continua ad essere in servizio presso la suddetta Banca per trentotto anni, raggiungendo l’età pensionabile. Sposatosi il 28/04/1956 con la signora Rosa De Lisio, anch’essa alunna della “Leopardi”, festeggia nel 2006 il cinquantesimo anniversario di matrimonio.

Ha due figli maschi, entrambi sposati: Alfonso e Antonio, il primo bancario, il secondo dipendente della D.H.L. Vive serenamente coltivando la pesca come hobby privilegiato rispetto agli altri come la caccia, il calcio, coltivati in gioventù.

Con orgoglio descrive in poesia, sia in lingua dialettale che in lingua italiana, la realtà tranquilla di Fuorigrotta di un tempo: i mestieri, i negozi, le feste, i personaggi che allietavano la sua infanzia.

[Intervista realizzata in data 09/05/2003]

 

Corrado Maggio nasce a Napoli il 5/03/1917, vive a Fuorigrotta fino al 1933. Il padre, maestro di canto e tenore lirico, vive molti anni in Russia; a Napoli canta presso i teatri San Carlo e Mercadante. Quinto di nove figli trascorre l’infanzia presso la Proprietà Maggio , in via Taverna delle Rose.

Frequenta la scuola elementare “Leopardi”, nella sede di via Calise, traversa Pilastri, fino alla sesta classe; presso il nuovo edificio in via Leopardi frequenta la settima e l’ottava. All’età di tredici-quattordici anni, come apprendista, lavora presso la pellicceria Caggiula, in via Calabritto. Nel 1937, all’età di diciannove anni e dieci mesi, si imbarca come telefonista sul cacciatorpediniere “Folgore” e qui conosce il comandante Antonio Cordero di Montezemolo. Parte per El Alamein e raggiunge il fratello Oscar, arruolato con il battaglione San Marco. Torna a Napoli, consegna la divisa e inizia la sua attività di sarto per uomo e donna, diventando un artigiano molto apprezzato. Ha due figli, Antonio e Paola.

[Intervista realizzata in data 04/12/2004]

 

Antonio Mari nasce a Napoli il 28/06/1931, di famiglia antifascista e comunista, quinto di sette figli. Vive nel quartiere di Fuorigrotta fino al 1971, poi si trasferisce con moglie e figli nel quartiere di Soccavo. Diplomato “padrone marittimo” presso l’Istituto Nautico di Napoli, lavora dai diciotto a sessantacinque anni d’età presso la stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Il padre disoccupato, perché antifascista e non iscritto al Partito Nazionale Fascista, per guadagnare uno stipendio si arruola e parte volontario per la guerra in Africa.

Partecipa, nell’anno 1940, all’inaugurazione della Mostra d’Oltremare con la divisa di balilla.

Sposato nel 1958, ha quattro figli, una delle quali vive ad Imola dove lavora come docente.

Oggi, vedovo e pensionato, dedica molto del suo tempo ai nipoti e a coltivare i propri interessi, in particolare lo studio della fitoterapia. 

[Intervista realizzata in due tempi: il 20/10/2002 e il 10/02/2004]

 

Emilia Mazza nasce a Napoli il 4/09/1922, si trasferisce a Fuorigrotta nel 1933.

Ha frequentato la quinta classe presso la scuola “Leopardi” nell’anno scolastico 1934/35, con l’insegnante Savarese. Ricorda in particolare le sue compagne Volpe, Gentile, Caputo, Ciaramella, Concetta Fierro, Concetta Russo, Maria Russo e la sua compagna di banco Antonietta Arena.  Definisce la scuola “Leopardi” vera scuola, a differenza di quella frequentata nel quartiere Vicaria che era ubicata in appartamenti. Riceve un attestato firmato da Mussolini, quale premio per uno dei migliori temi svolti sui mezzi di difesa contro la tubercolosi. Come piccola italiana fa parte della Guardia d’Onore, istituita dalla scuola per la sorveglianza degli alunni all’uscita. Durante il sabato fascista, con l’insegnante del fascio Papisca, la fiduciaria del fascio Maria Testa e il fiduciario del fascio Marciano, prepara uno spettacolo che si svolge al teatro Tarsia. Ricorda il “teatro di don Achille” nei pressi della metropolitana di piazza Leopardi.

[Intervista realizzata in data 07/01/2003]

 

Giuseppina Mazzaccara nasce a Vallo della Lucania (SA) il 21/01/1921, di famiglia borghese, prima di due figlie. Frequenta la prima elementare presso le suore del luogo; si trasferisce a Napoli all’età di sette anni. Il padre, procuratore delle Imposte Dirette, trova casa nel rione Laziale, zona buona di Fuorigrotta. Legata al padre in modo straordinario, vive la sua morte, avvenuta all’età di 54 anni, in modo tragico.

Nel 1928 si iscrive alla scuola “Leopardi”. Terminati gli studi magistrali, si iscrive al Magistero “Suor Orsola Benincasa”; all’età di 22 anni si laurea in lettere. Ricorda professori di grande fama: Maiuri, Colamonico e Pierlioni. Durante il periodo universitario è iscritta al G.U.F. (Gioventù Universitaria Fascista), partecipa alla cerimonia della traslazione della salma del poeta Leopardi e presta la sua opera presso la sede del fascio impartendo lezioni ai più piccoli. Nel 1942, a causa della guerra, si trasferisce con la mamma e la sorella a Salerno, dove assisterà allo sbarco degli alleati. Insegna per 47 anni con passione e conclude la sua carriera alla scuola media “Silio Italico”.

[Intervista realizzata in due tempi: il 19/04/2003 e il 15/04/2004]

 

Immacolata Perrino nasce a Napoli il 18/01/1927, figlia di un tranviere e di una casalinga; vive dalla nascita nel quartiere di Fuorigrotta. Il padre partecipa alla guerra del 1915/18; sesta di undici figli, perde una sorella tredicenne durante la seconda guerra mondiale.

Mentre frequenta il quinto anno presso la scuola “Leopardi”, lascia Fuorigrotta e si trasferisce nel quartiere di Posillipo. Casalinga, sposata e madre di sei figli, rimasta vedova, deve provvedere da sola alla famiglia; oggi vive circondata dall’affetto dei figli e dei nipoti.

[Intervista realizzata in due tempi: l’8/11/2002 e il15/02/2004]

 

Paolo Serio nasce a Napoli il 26/09/1925, di origine fuorigrottese; il padre lavora presso lo stabilimento siderurgico Ilva di Bagnoli; durante la guerra è vive un’esperienza di prigionia in Austria.

Frequenta la scuola “Leopardi”, di cui ricorda la ferrea disciplina, il direttore De Cristofaro che comunicava attraverso il megafono direttamente con le classi; ricorda anche il saluto al duce e al re che veniva fatto di fronte alla statua di Leopardi posta nell’atrio della scuola e le lampadine sulle porte delle aule, che segnalavano al bidello la chiamata del maestro. Frequenta la colonia marina presso la spiaggia di Coroglio. Si iscrive all’Istituto Marittimo e prosegue gli studi presso l’Istituto Industriale. Assunto a Salerno, nelle ferrovie dello Stato, come conduttore, dopo un concorso interno diventa capotreno. Sposa la signora Rita il 25/04/1954 e dal matrimonio nascono due figli; ha tre nipoti.

Ricorda la visita del re Vittorio Emanuele, del reggente della Iugoslavia, di Mussolini e di Hitler a Napoli; partecipa all’inaugurazione del tunnel della Vittoria, vestito da marinaretto col fucile, montando la guardia alla statua di Armando Diaz. Di Fuorigrotta ricorda i nomignoli, spesso coloriti, di alcuni personaggi, come quello di “Maria a perettar” e “ o pacion” oltre alle feste e ai mestieri di un tempo.

[Intervista realizzata in data 19/03/2004]

 

Rita Strazzullo nasce a Napoli il 13/07/1931, a Posillipo. Il padre Pietro fa il marinaio e durante la seconda guerra mondiale è imbarcato come macchinista di bordo sulla nave “Conte Rosso”. Vittima di un naufragio, grazie ad un suo atto di coraggio riesce a salvare la vita di molti marinai.

La madre, Clelia Del Gaudio, casalinga e abile sarta, aiuta il padre nella salumeria di famiglia preparando durante la notte le pagnotte molto apprezzate dai clienti.

Frequenta la scuola elementare “Teresa Ravaschieri “ alla Riviera di Chiaia.

Al termine del conflitto mondiale impara il mestiere di sarta e, con grande passione e profitto, lavora presso una prestigiosa sartoria in via dei Mille.

Durante la guerra, dopo il bombardamento della fascia costiera della città, è costretta ad abbandonare la sua casa e, mentre cammina insieme con i genitori ed altri sfollati verso Fuorigrotta, è protagonista di un episodio sorprendente: indossa un lungo cappotto militare e viene notata da un convoglio di tedeschi che fermano l’automezzo intimandole con le armi in pugno di avvicinarsi. Tremante e spaventata lei obbedisce, il soldato tedesco le scopre il capo e sorridendo le grida: “Tu femmina!”. Poi, quando si rimettono in moto, le lancia un pacco contenente alcuni passamontagna di lana grigi che lei, successivamente,  sfila per confezionare un maglione.

Nel 1949 incontra Paolo Serio che sposa il 25 aprile 1954. Con lui condivide le gioie e i dolori della vita.

[La testimone è intervenuta nel corso dell’intervista fatta al marito Paolo Serio in data 19/03/2004]

 

Benedetto Verdiani nasce a Monopoli (BA) il 29/06/1922. Il padre, ferroviere, è un ex combattente della guerra del 1915/18. Con la famiglia si trasferisce prima a Taranto e poi a Napoli, dove frequenta la scuola elementare nei pressi di piazza Guglielmo Pepe. Frequenta fino alla quinta ginnasiale il liceo “Vittorio Emanuele”, poi interrompe gli studi e inizia a lavorare. Scoppiata la guerra il padre, per evitargli l’arruolamento nell’esercito, lo iscrive all’istituto privato “Vittorio Veneto” e qui consegue l’abilitazione magistrale e conosce la moglie. Lavora alle dipendenze della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) nel palazzo del teatro Politeama. Parte militare come allievo ufficiale di complemento a Pisa. In seguito, lavora presso un cantiere navale, prima come impiegato poi come tecnico navale. Si laurea in Lingua e letteratura inglese presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e poco dopo consegue la seconda laurea presso il Magistero di Salerno. Dal 1950 al 1970 insegna alla scuola “Leopardi”. Successivamente insegna nelle scuole medie di Giugliano, di Pozzuoli e di Napoli. Sposato con due figli, dopo quarantaquattro anni di matrimonio rimane vedovo. È autore di numerose poesie in lingua e in vernacolo.

[Intervista realizzata in data 12/03/2004]

 

* Giuseppe Lala nasce a Napoli l’1/08/38. Figlio di Augusto, insegnante, negli anni venti  assistente di Emilio Notte presso la cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e di Italia Lodi, insegnante. È il nipote del pedagogo Alessandro Lala al quale il Comune di Napoli ha intitolato l’omonima piazza in Fuorigrotta. La nonna Erminia Talarico, moglie di Alessandro, anch’essa insegnante era figlia del noto pittore ritrattista Achille Talarico, morto nel 1902.

Laureato presso la Federico II , oltre alla libera attività di architetto, Giuseppe Lala ha insegnato per circa trentacinque anni disegno e storia dell’arte nei licei scientifici di Napoli e Pozzuoli, dedicandosi anche alla preparazione dei giovani architetti determinati a svolgere la loro opera di insegnanti negli Istituti secondari di secondo grado.  Ha avuto come maestro l’archeologo Mario Napoli, con il quale ha condiviso la passione per la ricerca archeologica, che ha continuato facendo interessanti ritrovamenti  di siti di età presannitica in alcune località del Sannio beneventano.

Nel 2005 ha fondato insieme con altri l’Associazione Culturale Napoli Ovest della quale è Presidente. L’Associazione, attraverso mostre itineranti, dibattiti, conferenze, ha lo scopo  di far conoscere la storia dei quartieri di Fuorigrotta e Bagnoli, soprattutto ai giovani; ed è ai giovani che è aperta la collaborazione al quindicinale “Il Foglietto” pubblicato dall’Associazione.

Giuseppe Lala opera in Fuorigrotta dove vive al Parco San Paolo con la moglie Ada ed il figli Augusto e Giuliano Flavio.

Ha contribuito al Progetto Memoria della “Leopardi” in qualità di testimone privilegiato, elaborando una preziosa memoria scritta intitolata “Il quartiere Fuorigrotta tra ricordi personali e realtà storica”, che è parte integrante del presente volume.

Insieme al fratello Guglielmo si è prodigato nell’offrire alla scuola materiali e documenti dell’archivio di famiglia.