Paolo Serio

Poi è andato alla scuola "Leopardi". Non vi dico i professori! Pigliava proprio i voti grandissimi. Un giorno, quando siamo venuti ad abitare qua io andavo a messa di sera perché il giorno… allora lui disse… io andavo di pomeriggio e lui diceva che la chiesa accoglie le mamme. Fece un compitino; teneva delle espressioni, ma una cosa così bella che io quando tornai vidi questa cosa scritta, questa frase dissi: "Ma io non lo so alle volte pure io proprio... " e poi era pure umile, pure se succedeva qualcosa lui non raccontava, ve l’ho detto il fatto che gli successe alla "Gozzano"? E pure quando per esempio stava al liceo Umberto con una professoressa, che però questa pure era molto brava, e lui però dovette andare a fare una gara a... e lui dovette andare, allora ci stava il circolo della stampa, avevano fatto delle foto e allora mi telefonò un amico suo disse: "Signora, sentite ma Vitale non c’è?", "No, quello Vitale è andato fuori, è andato a fare quella gara." "Ma perché - dice -  noi tenevamo questa cosa". [...] e giustamente… lei fece l’appello e ci mancava Vitale: " Ma com’è Serio non c’è?", allora disse il ragazzo: "Sì, professoressa, quello il ragazzo l’amico mio, è andato a fare questa gara, lui ha lavorato tanto si è allenato tanto". "Ah, hai capito il Serio e va bene è andato a fare la gara, non lo sa che la scuola viene prima di tutto?". Poi scesero i quadri [...] E allora io gli avevo promesso che gli compravo un jeans perché lui era amante del vestirsi, non vi dico come era pignolo, insomma dice: "Mamma quei quadri facevano piangere, solo lei lo aveva rimandato, teneva tutti otto e nove lei ci mise cinque". Lui tornò, dissi: "Tu te lo vai a comprare lo stesso il pantalone, oggi vai con Anna da Coin  al Vomero e te lo vai a scegliere quello che vuoi, io ormai ti conosco, non ci saranno problemi". Comunque quando si pigliò la maturità si scrisse a medicina, sapete quali appunti che teneva degli esami perciò io dissi a me: " Me l’hanno insegnato perciò delle volte non bisogna dire l’insegnante è cattiva, alle volte i ragazzi vengono… perché quando ci vuole ci vuole. Il primo esame che fece prese trenta a medicina, studiò tutti gli appunti della professoressa che era moglie di un grande chirurgo. Insomma e... però io posso dire che  con i miei figli è [...] lui quando era piccolo che abitavamo all’altra casa io non ho mai detto vicino a mio figlio: "Leggi", debbo dire sono stata una mamma fortunata, ci stanno i signori a fianco che pure avevano i figli, ci compravano i Salgari che quelli pure so cose e sono pure un poco pesanti, poi i figli da balcone a balcone: "Vitale lo vuoi? Papà me lo ha portato" e allora lui si metteva e se lo leggeva, allora il padre disse: "Ma dove sta?" Dice: "Papà ma tu non lo vuoi capire che noi quando tu ce lo dai, noi lo diamo a Vitale?". Quello bussava quando lo comprava: "Signora date questo a Vitale", comprava il Salgari pur sapendo ("perché ormai i figli miei non lo leggono lui lo legge…") perciò vi ho detto, sono stata una mamma fortunata. Poi dopo, il padre un giorno tenevamo tutto 'o stanzino, poi si comprava l’Espresso, lui era amante di Giorgio Bocca di questo leggeva di tutto, quando parlava ci stavano i miei fratelli che quando lui faceva 'o canottaggio e poi veniva a trovare i miei genitori lui bussava entrava e allora gli zii: "Vitale tu che ne dici?" e allora lui cominciava a parlare, quelli loro tenevano pure loro i figli e cosa dicevano:  "Hai un figlio che è uno splendore, non lo so è un ragazzo che quando si mette non si altera, parla... ", parlava di politica ma non lo so e quella perciò la moglie dopo dieci anni…, io alle volte dico: "Annamaria, guarda tu non è che devi… tu lo hai rispettato tanto sono dieci anni" e poi l’avete vista una brava ragazza, figlia di buona famiglia, sta bene non è che io ve l’ho raccontato il fatto, io quando lo seppi pensavo che era la figlia... ma non perché so’ stata contenta di mia nuora perché dicevo che mio figlio fa pure felice una ragazza, si piglia una professione, invece è... un amore proprio che è durato dieci anni e dopo che hanno realizzato questo sogno - quando si sposò quella volle sposare nella chiesa a piazza Plebiscito perché lei ci andava col padre che tenevano la macchina -, andava tutte le domeniche lei e la sorella e lei teneva questa idea e non volle sposare a Bagnoli, tanto la chiesa di Bagnoli pure era bella, volle sposare là. Il giorno che si sposò fecero il blocco dei tram e mio figlio arrivammo tardi, figuratevi che disse vicino al padre: "Papà guida tu". Scese, e vestito da sposo,  a un ragazzo con la vespa chiese: "Senti me lo dai un passaggio? Io mi devo andare a sposare"; il prete che minacciava di chiudere la chiesa, non lo voleva sposare, la sposa che aspettava, Vitale era guardate un figlio stupendo, ma per carità due figli ve l’ho detto per me mia figlia e quella che è. Quando era piccolina ci stava una signora che disse: "è bellina", non perché era mia figlia era una bambola e poi teneva una lingua, mentre lui teneva quasi quattro anni e farfugliava. Io tenevo una paura che il dottore Agrillo che stava a Fuorigrotta diceva: "Senti tu la devi smettere, Napoleone ha cominciato a 4 anni a parlare, va bene? Non devi stare in pensiero tuo figlio starà bene non ti preoccupare." Io dicevo: " Dotto’ vi ricordate a quella? Quella teneva sette mesi, mia mamma la portava in braccio a Mergellina disse: "Voglio lo specchio col manichino", "Signò ma sta bambina quanto tiene?" "Sette mesi". Poi stavamo nella funicolare ancora ad abitare là, camminavamo, stavamo là, allora ci stava un’altra coppia con un bambino, teneva il ciuccio allora quella lì diceva: "Guarda quella bimba, una bambola!". Teneva certe gambe, proprio una bambola. Disse quella: "Quanti anni tiene?" Io non riuscii a rispondere, disse: " Ho un anno di pepe". Allora poi si pigliò queste professoresse furono pure brave il padre andò a parlare con le professoresse di Anna alla "Gozzano", io perciò quello volle andare alla "Gozzano" perché 'a sora non si era trovata bene: "Io devo andare alla scuola dove è andata Anna", allora mio marito comincia a parlare, lei il latino non lo sa, allora mio marito ingenuamente disse: " Ma il latino è una lingua morta scusate, abbiate pazienza, mia figlia non lo sa", parlarono e se ne andò. La sorella sopra teneva i figli a quella scuola. Andò dopo di lui, allora quelle professoresse... "Hai sentito il Signor Serio ha detto che il latino è una lingua morta, se la ricorderà questa lingua morta." La sorella che giustamente quando tornò a casa telefonò: "Senti Rita, ma tu perché non vai tu a parlare con le professoresse di tua figlia e i professori? Non mandare a mio fratello perché quello ingenuamente avrà detto qualcosa che forse non doveva dire."