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Il rapporto tra superficie coperta e scoperta sarebbe stato di uno a quattro poiché, oltre ai vasti giardini pubblici erano previste ampie zone verdi circostanti gli edifici.
La zona più interna, verso il villaggio di Fuorigrotta, nel progetto di Young era occupata dal grandioso Palazzo di Cristallo e quindi: ville, alberghi, giardino zoologico, grandi gallerie di negozi.
Il progetto del 1910 affrontava la sistemazione di quattro zone destinate alla residenza, divise tra Fuorigrotta, la nuova stazione ferroviaria, la via per Bagnoli, il Rione Giusso. Una quinta zona era destinata a nuovo rione industriale. Una piazza poligonale antistante la stazione di Campi Flegrei funzionava da centro geometrico di una raggiera di strade che conducevano, tra l’altro, alla galleria Laziale, a Soccavo, ad Agnano, ecc.
L’uso di piazze a raggiera, comune a molte piazze dell’Ottocento, secondo il gusto scenografico dell’epoca, è caratteristico del sistema viario di Parigi, progettato dall’ Hausmann. Ed è proprio in virtù di queste considerazioni che Fuorigrotta prese allora l’appellativo di “piccola Parigi”.
La proposta di realizzare a Fuorigrotta un grande complesso come la “Mostra” quindi non era del tutto nuova; un’organizzazione del genere avrebbe offerto, tra l’altro, notevoli possibilità di lavoro. Nel 1938, quindi, si diede avvio al piano di risanamento dell’area di Fuorigrotta che preludeva a quello relativo ai lavori per il complesso della Mostra d’Oltremare. Ma mentre per i napoletani questo fu un motivo di vero e proprio risanamento del territorio, per i fuorigrottesi di allora fu una vera e propria calamità. Per la costruzione di questo grosso monumento alla retorica furono abbattute indiscriminatamente tutte quelle vecchie costruzioni che erano sorte spontanee nella zona. Così si risolse in quel tempo un’iniziativa di natura “altamente sociale”, ma è doloroso il constatare che nell’urgenza delle opere di bonifica non si provvide alla sistemazione di coloro che venivano sfrattati di autorità.
A parte i mezzi adottati, si deve a quella demolizione l’esistenza dell’attuale rione di Fuorigrotta che difficilmente avrebbe potuto svilupparsi a ridosso del vecchio e insano nucleo. Di tutto il complesso stradale, le vie che più interessavano la Mostra erano quelle del traffico veloce e del traffico pesante facenti capo da un lato al piazzale della Mostra e dall’altro alle rispettive gallerie di collegamento con la città.