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Nel 1904, le scelte urbanistiche per quest’area cambiano completamente: viene elaborato un programma di “Risanamento economico” che prevedeva insediamenti industriali su un’area di 250 ettari. L’iniziativa spinse un grosso gruppo, proprietario di un altoforno a Torre Annunziata, a progettare un grande impianto siderurgico determinandone, così, il degrado e l’abbandono di qualsiasi diversa prospettiva che fosse coerente con la qualità dei luoghi come era stato prefigurata mirabilmente dalle proposte di Lamont Young.
Una società industriale, costituita nel 1905 col nome di ILVA, partì con un impianto di grandi dimensioni che, se pur realizzato in misura ridotta rispetto a quanto programmato, occupò un’area di 120 ettari compresi tra il mare e il vecchio poligono di tiro.
Negli anni 1910 e 1911 fu elaborato un “Nuovo piano di risanamento e ampliamento della città” col quale l’Amministrazione Comunale prevedeva un’ intenso sviluppo edilizio che, nella sola area flegrea, accoglieva più della metà dell’intero fabbisogno cittadino.
Nel 1910 al progetto comunale si affiancò la proposta di variante degli ingegneri Daspuro e Comencini, a cui segui, nel 1913, la proposta della Società Edilizia Laziale. In entrambi i piani, come nello schema comunale, il centro compositivo dell’organizzazione planimetrica era una grande piazza davanti alla stazione dei Campi Flegrei: intorno l’area era suddivisa in lotti da un tracciato stradale a maglie ortogonali nel primo caso, con schema ad esedra nel secondo.
Entrambi i piani nascevano da proposte di convenzione tra privati e Pubblica Amministrazione. Il piano Daspuro-Comencini nasceva dalla richiesta di concessione per l’apertura di una galleria attraverso la collina di Posillipo e per la realizzazione di un quartiere residenziale in una zona prospiciente la stazione ferroviaria dei Campi Flegrei.
L’anno seguente il progetto fu riorganizzato per adeguarlo allo schema già elaborato dall’Ufficio Tecnico Comunale senza, tuttavia, convincere l’Amministrazione a concludere l’affare.
Migliore fortuna ebbe la richiesta di concessione della Società Edilizia Laziale che presentò, nel 1913, un elaborato planimetrico molto più esteso di quello progettato da Daspuro-Comencini e che vide approvato il 1° febbraio 1915.